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Antonio
Il lavoro con le emozioni nella psicoterapia dell'adulto
Psicoterapia ed Emozioni

Vi racconto la storia di  di Antonio, un uomo adulto di 45 anni che da poco più di un anno ha una relazione a distanza con Sara, sua coetanea, separata e con tre figli. Una storia di psicoterapia ed emozioni.

Cosa emerge nel primo colloquio?

Antonio è un uomo sensibile e romantico, che sognava una storia d’amore di quelle dove si cresce e si invecchia insieme.

Prova profonde ansie, paure e gelosie che lo portano ad avere momenti di down durante la loro intimità e teme che tale situazione possa rovinare una storia che definisce “così bella”.

Si sente come da solo a navigare in un mare pieno i squali, su una imbarcazione non sicura, a remi di legno.

Gli squali sono le sue emozioni.

La sua richiesta di psicoterapia è una richiesta di aiuto per gestire meglio queste emozioni che lui sente potenzialmente pericolose per la loro relazione.

psicoterapia emozioni adulti

Quali sono stati i punti di lavoro nel nostro percorso insieme
  • Insicurezza nella relazione
  • Paura di non essere all’altezza dell’altro
  • Paura di deludere l’altro
  • Accettazione e gestione delle paure sopraelencate
  • Gestione dell’ansia e della gelosia che originavano proprio dalle sue paura
  • Lavoro sulla parte sicura e sulla parte insicura di sé
Gli strumenti di lavoro più utilizzati

Nelle nostre sedute, oltre al dialogo, ho utilizzato principalmente due strumenti:

  • Il lavoro per immagini, ad esempio le carte Dixit, che permette di trasformare in immagini le nostre emozioni, i nostri pensieri, i nostri desideri e le parti che abitano dentro di noi
  • Il lavoro con le metafore che permette alla persona di raccontare il suo mondo interno attraverso un linguaggio evocativo e non interpretativo
Riflessioni finali

Rileggendo la storia che ho scritto mi rendo conto quanto ogni percorso di terapia sia unico e speciale.

Gli strumenti usati con Antonio non sono quelli che utilizzo in ogni psicoterapia: tutto dipende dalla persona che ho davanti.

Antonio già in prima seduta mi propone una metafora, di sé in mezzo ad un mare di squali, e a me arriva subito un’immagine. E immagini e metafore diventano gli strumenti principali delle nostre sedute.

Questa è la parte affascinante del mio lavoro: conoscere la persona che ho davanti e scegliere e adattare tecniche e strumenti che possono facilitare il nostro percorso insieme.

Non ci sono protocolli, non ci sono strade predefinite, ci sono due persone che si incontrano con le loro unicità.

*Le storie che vi racconto traggono ispirazione dalla mia esperienza clinica. Nomi e riferimenti sono frutto di invenzione.

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